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I SOGNI DEI CIECHI

I sogni dei ciechi. Pensieri, poesie, emozioni di Fabio Sorrentino

Da bambino, la notte era per me fonte d’infinite...

Da bambino, la notte era per me fonte d’infinite fobie. Una volta sentii parlare dei miei parenti a proposito di un articolo di giornale che raccontava la storia di una ragazza accoltellata di notte nel proprio letto da un tizio che le si era intrufolato in casa. Da quel momento vissi nel terrore di subire anch’io una sorte del genere. Mi misi in testa che se avessi imparato a dormire rigirato su di un fianco, anziché completamente disteso, il mio aspirante accoltellatore avrebbe certo avuto maggiori difficoltà nell’infliggermi subito dei colpi mortali e dunque sarei stato in grado di reagire e sopravvivere. E infatti anche adesso, dopo tutto questo tempo, riesco a prendere sonno solo se mi rigiro sul fianco destro, che era quello su cui, nella mia vecchia cameretta, potevo anche tener d’occhio la porta d’ingresso. Ogni volta che sento parlare di una donna barbaramente uccisa, ripenso sempre a quella povera ragazza accoltellata e mi domando se davvero, nel suo caso come in quello di tutte le altre, sarebbe bastato un piccolo accorgimento come il mio per potersi salvare… Oh se bastasse davvero rigirarsi attorno al cuore, per poterlo salvaguardare… Ma se c’è qualcosa da rigirare è la mentalità malata e contorta di chi crede di avere nelle propri mani il potere d’imporre morte e dolore a coloro a cui non ha saputo mai donare vero amore. E se c’è una soglia su cui vigilare giorno e notte perché non sia violata è quella del rispetto nei confronti chi ha diritto a non veder profanati i propri sogni, per non vivere più nell’incubo della paura, quando non sarà più il buio dell’indifferenza a coprire le mosse del vigliacco di turno che s’illude d’essere il più forte.

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