Da ragazzo, nella cerchia di amici che...

Da ragazzo, nella cerchia di amici che frequentavo, ero sempre pronto e molto bravo a scovare argomenti di conversazione e soggetti d’interesse comune che poi lasciavo sviluppare agli altri. Una volta, uno degli amici me lo fece notare: tu sei il primo che comincia a dire “avete sentito?... vi ricordate?... che ne pensate?... qualcuno mi sa dire?”... e poi ti tiri indietro e fai parlare gli altri, ma appena esaurita una discussione ne proponi subito una nuova… Era verissimo, neppure io me ne ero mai reso conto appieno. Non mi piaceva monopolizzare l’attenzione, ma volevo sempre contribuire ad offrire spunti, creare condivisioni, dibattiti, allargandoli il più possibile, cercando risposte e punti di vista altrui più che offrire le mie opinioni, privilegiando l’ascolto, ma un ascolto attivo, rivolto a temi e questioni di mio interesse. Col tempo tutto ciò è andato esaurendosi, non perché fossi rimasto a corto di domande e capacità d’ascolto (in realtà forse un pochino sì…), ma soprattutto perché si era andata restringendo la cosa fondamentale: la cerchia di amici, di veri amici. Forse per questo, tutt’ora io so essere molto ciarliero con gli sconosciuti, ma quando sto in silenzio di fronte a te, dopo averti chiesto qualcosa, e ti ascolto con tutta la mia profonda attenzione senza interromperti, è perché ti considero un amico e non trovo niente di più prezioso per me che i tuoi pensieri e le tue parole.